Api, che passione! Non si contano gli scrittori, gli scienziati, i poeti che hanno scelto le api come oggetto di speculazione. Albert Einstein aveva lanciato il monito: “Se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Mario Rigoni Stern, scrittore legatissimo alla sua terra, l'altopiano di Asiago, ne aveva sottolineato la vocazione sociale: “Le api sono 'insieme' e non individui. Fuori dalla comunità non possono vivere”. Il poeta Neruda ha celebrato con un significante che sembra un passo di danza l'instancabile attività delle api, “lavoratrici pure, ogivali operaie, fine, scintillanti proletarie”. Un interesse che, anche da parte dei media, cresce in maniera direttamente proporzionale al rischio di scomparsa delle api e, in generale, di tutti gli insetti impollinatori.
Le api a rischio di estinzione: un danno enorme. Recentemente, nel 2016, l’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES) ha reso pubblico il suo primo report dedicato al declino della biodiversità degli insetti impollinatori. Le stime IPBES suggeriscono che almeno un insetto su dieci sia minacciato di estinzione, creando un danno economico inimmaginabile. La perdita degli impollinatori mette a rischio 577 miliardi di dollari di produzione agricola, mentre il degrado del suolo ha ridotto la produttività del 23%. Si legge nel sito dell'European Food Safety Authority: “L’apicoltura è una tradizione antica. In Europa le api da miele vengono allevate da diversi millenni. Le api sono fondamentali per l’ambiente, in quanto favoriscono la biodiversità svolgendo l’essenziale ruolo dell’impollinazione per numerose colture e piante selvatiche. Esse contribuiscono direttamente alla ricchezza e al benessere dell’uomo grazie alla produzione di miele e di altri prodotti per alimenti e mangimi quali, ad esempio, il polline, la cera per la lavorazione degli alimenti, la propoli nella tecnologia alimentare e la pappa reale come integratore dietetico e ingrediente alimentare”. Secondo le stime dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), delle 100 specie di colture che forniscono il 90 % di prodotti alimentari in tutto il mondo, 71 sono impollinate dalle api. La maggior parte delle colture nell’Unione europea dipende dall’impollinazione degli insetti. Inoltre, al di là del valore fondamentale dell’impollinazione per la conservazione della biodiversità, il suo valore monetario annuo globale è stato stimato in centinaia di miliardi di euro. Secondo la rivista Science, a partire dagli anni '80, nel solo Regno Unito, è andato perso il 52% delle specie selvatiche della famiglia delle api ovvero le apoidee, che corrispondono all’80% sul totale della specie . Un'altra indagine, condotta dai ricercatori dell’Università di Berkley, rivela il danno che una tale perdita arreca: lo studio ha stabilito che l’esistenza di habitat naturali per insetti impollinatori, nell’arco di 1-2 km dalle aziende agricole, incrementa la produzione agricola in modo decisivo. Secondo le misurazioni del team di ricerca, almeno il 90% delle colture monitorate è stato impollinato dagli insetti selvatici. L'iniziativa per salvare le api e gli impollinatori. Come spesso accade, al baratro che si apre e che potrebbe rappresentare un punto di non ritorno, è la società civile a suonare il campanello d'allarme. La Commissione europea ha quindi deciso di registrare un'iniziativa dei cittadini europei intitolata "Salvate le api! Protezione della biodiversità e miglioramento degli habitat per gli insetti in Europa". La piattaforma programmatica degli organizzatori verte su più punti: rendere la promozione della biodiversità un obiettivo generale della politica agricola comune, ridurre l'uso di pesticidi, promuovere la diversità strutturale nei paesaggi agricoli e tagliare l'uso dei fertilizzanti nelle aree Natura 2000. Dal prossimo 27 maggio scatta la raccolta firme: ci sarà tempo un anno per raccogliere un milione di dichiarazioni di sostegno, da almeno 7 diversi Stati membri. Se il risultato sarà raggiunto, la Commissione dovrà reagire entro 3 mesi, decidendo di dare seguito alla richiesta o meno, con parere motivato.
Le api cittadine hanno scelto MEDSEA. Può sembrare strano ma in campagna gli insetti stanno scomparendo sempre di più. I piccoli habitat urbani, nelle città densamente abitate, hanno in qualche caso la potenzialità di trasformarsi in isole per la conservazione della biodiversità. La città può rappresentare un luogo dove creare zone destinate alla salvaguardia delle specie nutrici degli insetti cosiddetti utili e delle specie botaniche che sempre più sono meno diffuse. A volte le api, misteriosi insetti affascinanti, scelgono la loro dimora con insondabile determinazione ed è un piccolo miracolo trovare un alveare sotto la finestra della Fondazione MEDSEA. Il centro urbano diventa quindi un rifugio per molte specie animali e vegetali che possono trovare un ambiente meno ostile per la loro sopravvivenza e le api, in particolare, rimangono meno esposte a tutti quegli agenti chimici utilizzati in agricoltura (diserbanti, insetticidi e concimi chimici). Noi di MEDSEA amiamo le nostre api!
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