“MEDSEA ha chiamato a raccolta le aziende locali per creare una community con una mission ben precisa: salvaguardare il mare e l’ambiente così importanti per il nostro territorio. Hanno aderito con entusiasmo e in pochissimo tempo già 10 realtà imprenditoriali sarde. L’obiettivo è contaminare positivamente il resto del Mediterraneo con buone pratiche e modelli di sostenibilità applicabili anche al di fuori della Sardegna”.
– ha commentato Alessio Satta, Presidente di MEDSEA
Le aziende sarde scommettono sul futuro sostenibile dell’isola impegnandosi per uno sviluppo più “circolare”. E lo fanno mettendosi insieme per l’ambiente e il mare in Sardegna nella neonata Blue Community di MEDSEA, fondazione impegnata nella tutela degli ecosistemi marino costieri. Progetti, numeri e visione comune sono stati condivisi a Blue Waves, il primo evento di riferimento per le imprese impegnate nell’economia circolare per il mare e l’ambiente, che si è svolto a Cagliari il 2 luglio e in diretta web dai canali social MEDSEA.
A sostegno di questa risposta corale che arriva nel primo anno del Decennio del Mare delle Nazioni Unite, non poteva mancare Francesca Santoro, oceanografa dell’Unesco e coordinatrice delle iniziative italiane del Decennio delle scienze del mare per lo sviluppo sostenibile. Sono intervenute all'evento Marta Maggetti, l'atleta cagliaritana che rappresenterà l'Italia alle prossime Olimpiadi di Tokyo nella categoria windsurf RS:X., e Sofia Bonicalza, campionessa di atletica leggera, sportive impegnate in prima persona per la difesa del mare e dell’ambiente.
LA SVOLTA GREEN DELLE AZIENDE STORICHE
Per alcune aziende sarde la svolta green non è recente. “I cambiamenti climatici negli anni 90 sembravano un fenomeno lontano”, racconta Elisabetta Falchi, proprietaria di sesta generazione dell’Azienda Agricola Falchi. Poi è arrivata la siccità e “abbiamo assistito all’inaridimento della nostra terra, allo stallo della produzione; – ricorda Falchi – è stata l’occasione per riflettere e per vedere le cose in prospettiva: oggi lavoriamo nel rispetto della terra, dell’acqua e delle specie animali e vegetali che le popolano”.
L’innovazione sostenibile necessita prima di tutto di una “transizione culturale aziendale”, ricorda Carlo Ferrari, dell’azienda agricola risicola iFerrari. “È necessario formare dipendenti e collaboratori se si vuole che sposino un progetto di lungo respiro – spiega il manager – convincere loro, e noi stessi, che l’obiettivo non è più aumentare i quintali prodotti per ettaro, ma rendere l’azienda sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale”.
Per altre realtà produttive ancora, il recupero degli scarti di produzione è diventata l’occasione per dare nuova vita ad oggetti di design, come nel laboratorio in corso di Nieddittas, azienda sarda leader nella mitilicoltura che, attraverso il riutilizzo delle plastiche delle retine, mira a creare degli oggetti di ecodesign per l’arredo urbano nell’ambito del progetto Blue Lab di MEDSEA.
L’ANIMA SOSTENIBILE DELLE START UP E IMPRESE DI ULTIMA GENERAZIONE
Alcune aziende isolane hanno sviluppato il proprio modello di business sulla crescente domanda di mercato di prodotti più green. È l’esempio di Edizero Architecture for peace di Guspini, specializzata nella produzione di biomateriali ad alta funzionalità tecnologica che trasforma gli scarti delle materie prime come la lana, sughero o canapa in materiali di bioedilizia.
A Cagliari, Sailover, sul modello Uber, sta espandendo la sua flotta di barche a vela a noleggio, a bassissimo consumo (meno di un litro a viaggio) per mettere in connessioni skipper e turisti che vogliono fare una gita in barca anche solo per poche ore. “In questo modo mettiamo in movimento un parco barche in Italia fermo e sottoutilizzato”, spiega Riccardo Cao, architetto e CEO di Sailover. Ad Alghero, Alterego surfboards, che produce tecnologie sportive a impatto zero (es. tavole da surf in materiale 100% compostabile), ha vinto il riconoscimento internazionale ISPO Brandnew 2021 e sta sperimentando nel 3D con la facoltà di Architettura dell’Università di Cagliari. Nell’ecoturismo, due realtà dell’accoglienza, l’Hotel Nascar a Santa Maria Navarrese e la Dimora diffusa Aquae Sinis a Cabras sono impegnate nell’efficientamento energetico ed idrico, nell’approvvigionamento a filiera corta e nel recupero dell’architettura ed edilizia tradizionale.
L’isola ispira professionisti di ritorno, come nel caso di Luisa Camoglio, medico sardo in Olanda, che è tornata a casa per mettere su un’azienda vitivinicola biologica a Sant’Antioco “la Casa di Sophia”.
L’ECONOMIA CIRCOLARE IN ITALIA E IN SARDEGNA
Sui numeri in Italia, secondo il Rapporto sull’economia circolare in Italia 2021, a cura del Circular Economy Network, l’Italia è virtuosa e si colloca al primo posto in classifica tra i cinque principali Paesi europei. In Sardegna “certamente si sta sviluppando una nuova sensibilità e modus operandi nei modelli di produzione come in quelli di consumo”, spiega Vania Statzu, vicepresidente di MEDSEA. “Alcuni indicatori, come quello sulla raccolta differenziata che vede la Sardegna, secondo gli ultimi dati Ispra del 2019, seconda in Italia solo al Veneto (73% di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani), ci suggeriscono che la direzione intrapresa è quella giusta ma è ancora difficile effettuare un monitoraggio complessivo a livello regionale”.
“La Sardegna offre tante possibilità per sperimentare modelli economici circolari e sostenibili che sfruttino a pieno il grande patrimonio naturale che abbiamo ereditato per riconsegnarlo alle future generazione ancora più bello e preservato - racconta Alessio Satta, presidente della Fondazione MEDSEA - e quest’approccio sta diventando un nuovo modo di essere, comunicare e fare impresa oggi: alcune realtà nazionali hanno già colto la sfida, bellissime realtà sarde innovative nascono già con questi presupposti o si ripensano completamente. Per noi di MEDSEA questo è un evento speciale ispirato dal manifesto per la Sardegna di Stefano Asili, uno dei migliori designer e grafici d'arte contemporanei degli ultimi decenni, recentemente scomparso. È una chiamata alle armi per tutti, sardi e non sardi, per difendere la bellezza della nostra terra, del suo ambiente e del suo paesaggio”
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