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Azienda Falchi

La cura della terra che ospita la produzione nasce dal desiderio di preservare la bellezza della natura, vuole diventare un patto da trasmettere alle generazioni future, perpetuare una tradizione.

“All’inizio ero scettica, non credevo alla necessità di imprimere una svolta sostenibile all’agricoltura. I cambiamenti climatici negli anni ’90 sembravano un fenomeno lontano, vago, ancora da dimostrare pienamente. Ero, giovane, fresca di laurea all’università di agraria. Il tema ambientale era ancora marginale. Poi in Sardegna è arrivata la siccità, e per alcuni anni abbiamo assistito all’inaridimento della nostra terra, allo stallo della produzione. È stata l’occasione per riflettere e per vedere le cose in prospettiva”.

Elisabetta Falchi racconta così la svolta sostenibile di un’azienda che la vede erede di un percorso cominciato nel 1792, quando perfino la remota Sardegna veniva coinvolta negli stravolgimenti innescati dalla Rivoluzione Francese. La capacità di immaginare il futuro viene dall’appartenenza consapevole alla storia, come il destino delle fronde dipende dalla salute delle radici che operano in profondità. Da venti anni ormai L’Azienda Agricola Falchi ha sposato una filosofia che vuole unire prosperità e sostenibilità ambientale.

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Insieme alle sorelle Maura, Cristina e Paola e alla madre Rosanna, Elisabetta Falchi porta avanti l’impulso innovatore dato alla produzione dal padre Antonio, agronomo che negli anni ’50 collaborò attivamente con l’OECE (Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea) per accompagnare la Sardegna verso la modernità. Con lo stesso spirito Antonio, che aveva preso le redini dell’impresa di famiglia, introdusse in azienda la sua visione scientifica ed attenta alle nuove tecniche di coltivazione. Una famiglia da sempre all’avanguardia, in molti campi.

Alla siccità degli ’90 l’ Azienda Falchi risponde abbracciando le indicazioni della Comunità Europea, fondando prospettive e strategie sulla ricerca scientifica: “Non volevo arrendermi al pregiudizio che la risicoltura fosse inadatta ai nostri territori, che non potesse trovare un equilibrio con la natura circostante. Così invece è stato. Siamo cresciuti nel rispetto dell’ambiente, abbiamo creato armonia fra natura e lavoro”.

Dal 2016 l’Azienda Agricola Falchi regola le coltivazioni secondo i criteri del Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata, che a livello italiano e comunitario rende l’agricoltura compatibile con la tutela ambientale. Ma l’azienda del XXI secolo ha deciso di oltrepassare i confini europei: insieme alle altre 14 imprese della cooperativa SA.PI.SE, operanti fra Sardegna e Piemonte, è diventata la prima ditta sementiera al mondo a poter vantare il certificato Farm Sustainability Assessment (FSA) della piattaforma SAI, rigoroso e prestigioso riconoscimento internazionale.

Riso, grano, pomodori ed altre colture come la canapa sativa e la lavanda vengono coltivati nel più totale rispetto della terra, dell’acqua e delle specie animali e vegetali che le popolano. “Certo- spiega Elisabetta Falchi- sono state scelte razionali, determinate da un’esigenza che sentiamo imperativa. Ma anche dal sentimento che si accende quando pensiamo alla Sardegna e alle sue infinite bellezze. Dobbiamo preservarle in sinergia, assieme al comparto turistico, nautico, culturale. Una cura collettiva che diventi un lascito per le generazioni future, il filo dalla tradizione che continua nel tempo”



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Contatti

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Azienda Falchi

La cura della terra che ospita la produzione nasce dal desiderio di preservare la bellezza della natura, vuole diventare un patto da trasmettere alle generazioni future, perpetuare una tradizione.

“All’inizio ero scettica, non credevo alla necessità di imprimere una svolta sostenibile all’agricoltura. I cambiamenti climatici negli anni ’90 sembravano un fenomeno lontano, vago, ancora da dimostrare pienamente. Ero, giovane, fresca di laurea all’università di agraria. Il tema ambientale era ancora marginale. Poi in Sardegna è arrivata la siccità, e per alcuni anni abbiamo assistito all’inaridimento della nostra terra, allo stallo della produzione. È stata l’occasione per riflettere e per vedere le cose in prospettiva”.

Elisabetta Falchi racconta così la svolta sostenibile di un’azienda che la vede erede di un percorso cominciato nel 1792, quando perfino la remota Sardegna veniva coinvolta negli stravolgimenti innescati dalla Rivoluzione Francese. La capacità di immaginare il futuro viene dall’appartenenza consapevole alla storia, come il destino delle fronde dipende dalla salute delle radici che operano in profondità. Da venti anni ormai L’Azienda Agricola Falchi ha sposato una filosofia che vuole unire prosperità e sostenibilità ambientale.

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Insieme alle sorelle Maura, Cristina e Paola e alla madre Rosanna, Elisabetta Falchi porta avanti l’impulso innovatore dato alla produzione dal padre Antonio, agronomo che negli anni ’50 collaborò attivamente con l’OECE (Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea) per accompagnare la Sardegna verso la modernità. Con lo stesso spirito Antonio, che aveva preso le redini dell’impresa di famiglia, introdusse in azienda la sua visione scientifica ed attenta alle nuove tecniche di coltivazione. Una famiglia da sempre all’avanguardia, in molti campi.

Alla siccità degli ’90 l’ Azienda Falchi risponde abbracciando le indicazioni della Comunità Europea, fondando prospettive e strategie sulla ricerca scientifica: “Non volevo arrendermi al pregiudizio che la risicoltura fosse inadatta ai nostri territori, che non potesse trovare un equilibrio con la natura circostante. Così invece è stato. Siamo cresciuti nel rispetto dell’ambiente, abbiamo creato armonia fra natura e lavoro”.

Dal 2016 l’Azienda Agricola Falchi regola le coltivazioni secondo i criteri del Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata, che a livello italiano e comunitario rende l’agricoltura compatibile con la tutela ambientale. Ma l’azienda del XXI secolo ha deciso di oltrepassare i confini europei: insieme alle altre 14 imprese della cooperativa SA.PI.SE, operanti fra Sardegna e Piemonte, è diventata la prima ditta sementiera al mondo a poter vantare il certificato Farm Sustainability Assessment (FSA) della piattaforma SAI, rigoroso e prestigioso riconoscimento internazionale.

Riso, grano, pomodori ed altre colture come la canapa sativa e la lavanda vengono coltivati nel più totale rispetto della terra, dell’acqua e delle specie animali e vegetali che le popolano. “Certo- spiega Elisabetta Falchi- sono state scelte razionali, determinate da un’esigenza che sentiamo imperativa. Ma anche dal sentimento che si accende quando pensiamo alla Sardegna e alle sue infinite bellezze. Dobbiamo preservarle in sinergia, assieme al comparto turistico, nautico, culturale. Una cura collettiva che diventi un lascito per le generazioni future, il filo dalla tradizione che continua nel tempo”

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La nostra voce dal territorio

Luca Foschi è nato a Cagliari nel 1981. Dopo la laurea in Lettere Moderne ha conseguito il diploma post universitario in giornalismo presso la London School of Journalism. Giornalista pubblicista, nel 2012 ha frequentato il Corso per inviati in aree di crisi Maria Grazia Cutuli. Nei successivi sei anni ha scritto dai principali fronti di guerra del Medio Oriente per pubblicazioni nazionali e internazionali. Nel 2018 ha portato a termine il dottorato di ricerca in Scienze Politiche presso l’università di Cagliari. Dal 2019 collabora con la Mediterranean Sea and Coast Foundation.
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