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Nieddittas

Incastonata fra la terra e il mare, l’azienda di miticoltura di Arborea opera in armonia con la natura. Per Nieddittas la conservazione dell’ecosistema marino-costiero coincide con la qualità del prodotto e il benessere dei consumatori. Il lavoro, che nasce dall’acqua, all’acqua deve restituire

Lo stabilimento di Nieddittas poggia su un’esile lingua di terra, dove il profilo del golfo di Oristano si confonde con gli stagni di Corru S’Ittiri, San Giovanni e Marceddì, prima di sollevarsi e chiudersi nella sua peculiare forma di amigdala. Il cavaliere d’Italia e l’airone zampettano sulle sponde a pochi passi dalla costruzione, seguono gli zampilli che sulla superficie dell’acqua segnalano un boccone. Basta fare pochi passi per incontrare decine di fenicotteri rosa sparsi fra i riflessi del primo sole.  

“L’ambiente nel quale si lavora va protetto, non sfruttato. La natura risponde allo sfruttamento estinguendo i prodotti che altrimenti è capace di dare. Le nostre cozze vivono in mare, si purificano con l’acqua del compendio.
Per noi è essenziale che il mare sia incontaminato”, spiega Carla Cubadda, responsabile della sicurezza alimentare. 

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Tante sono le azioni con cui Nieddittas protegge il paradiso che la ospita. Le pregiatissime cozze vengono vendute in sacchetti biodegradabili, destinati a sostituire completamente la plastica. Gli animali ancora vitali ma con il guscio filato vengono destinati alle ceste che serviranno per l’impianto di acquacoltura, un cono d’acqua ricavato dall’appendice dello stagno Corru Mannu.

Qui saranno le orate a nutrirsi con i mitili inadatti al mercato. I gusci vengono poi triturati e periodicamente utilizzati per ristrutturare il fondo dello stagno, là dove potrebbero presentarsi condizioni di anossia pericolose per l’allevamento. Non solo: grazie a un progetto portato avanti con la Fondazione MEDSEA i gusci delle cozze verranno utilizzati anche per la costruzione di isolotti artificiali, fondamentali per preservare l'insediamento e la nidificazione di alcune specie di uccelli.

Il compendio è recintato per evitare la pesca di frodo e il deposito di rifiuti, pericolo sempre presente. La cura dell’ambiente prosegue in mare. Periodicamente una squadra di sommozzatori provvede a ripulire i 60 ettari che in mare ospitano i filari dove vengono coltivate le cozze. Dall’ennesima collaborazione con MEDSEA è nata l’idea di trasformare i gusci e le plastiche dei processi di lavorazione in oggetti di ecodesign. Presto, grazie al progetto “Blue Lab”, diventeranno bellissimi, e sostenibili, elementi d’arredamento.

“Abbiamo deciso di promuovere questo progetto di economia circolare in virtù della costante attenzione che abbiamo nel tutelare e salvaguardare l’ambiente in cui lavoriamo – afferma Caterina Murgia, amministratore delegato di Nieddittas –. Operiamo sempre per essere un riferimento nel settore anche in relazione alle politiche di sostenibilità ambientale. Riutilizzare gli scarti della nostra lavorazione, non solo migliorerà la sostenibilità della nostra filiera rendendola meno inquinante, ma potrà anche fornire vantaggi e benefici in materia di smaltimento dei rifiuti.”

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Contatti

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Nieddittas

Incastonata fra la terra e il mare, l’azienda di miticoltura di Arborea opera in armonia con la natura. Per Nieddittas la conservazione dell’ecosistema marino-costiero coincide con la qualità del prodotto e il benessere dei consumatori. Il lavoro, che nasce dall’acqua, all’acqua deve restituire.

Lo stabilimento di Nieddittas poggia su un’esile lingua di terra, dove il profilo del golfo di Oristano si confonde con gli stagni di Corru S’Ittiri, San Giovanni e Marceddì, prima di sollevarsi e chiudersi nella sua peculiare forma di amigdala. Il cavaliere d’Italia e l’airone zampettano sulle sponde a pochi passi dalla costruzione, seguono gli zampilli che sulla superficie dell’acqua segnalano un boccone. Basta fare pochi passi per incontrare decine di fenicotteri rosa sparsi fra i riflessi del primo sole.

L’ambiente nel quale si lavora va protetto, non sfruttato. La natura risponde allo sfruttamento estinguendo i prodotti che altrimenti è capace di dare. Le nostre cozze vivono in mare, si purificano con l’acqua del compendio. Per noi è essenziale che il mare sia incontaminato”, spiega Carla Cubadda, responsabile della sicurezza alimentare.

 
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Tante sono le azioni con cui Nieddittas protegge il paradiso che la ospita. Le pregiatissime cozze vengono vendute in sacchetti biodegradabili, destinati a sostituire completamente la plastica. Gli animali ancora vitali ma con il guscio filato vengono destinati alle ceste che serviranno per l’impianto di acquacoltura, un cono d’acqua ricavato dall’appendice dello stagno Corru Mannu. Qui saranno le orate a nutrirsi con i mitili inadatti al mercato. I gusci vengono poi triturati e periodicamente utilizzati per ristrutturare il fondo dello stagno, là dove potrebbero presentarsi condizioni di anossia pericolose per l’allevamento. Non solo: grazie a un progetto portato avanti con la Fondazione MEDSEA i gusci delle cozze verranno utilizzati anche per la costruzione di isolotti artificiali, fondamentali per preservare l'insediamento e la nidificazione di alcune specie di uccelli.
Il compendio è recintato per evitare la pesca di frodo e il deposito di rifiuti, pericolo sempre presente. La cura dell’ambiente prosegue in mare. Periodicamente una squadra di sommozzatori provvede a ripulire i 60 ettari che in mare ospitano i filari dove vengono coltivate le cozze. Dall’ennesima collaborazione con MEDSEA è nata l’idea di trasformare i gusci e le plastiche dei processi di lavorazione in oggetti di ecodesign. Presto, grazie al progetto “Blue Lab”, diventeranno bellissimi, e sostenibili, elementi d’arredamento.

“Abbiamo deciso di promuovere questo progetto di economia circolare in virtù della costante attenzione che abbiamo nel tutelare e salvaguardare l’ambiente in cui lavoriamo – afferma Caterina Murgia, amministratore delegato di Nieddittas –. Operiamo sempre per essere un riferimento nel settore anche in relazione alle politiche di sostenibilità ambientale. Riutilizzare gli scarti della nostra lavorazione, non solo migliorerà la sostenibilità della nostra filiera rendendola meno inquinante, ma potrà anche fornire vantaggi e benefici in materia di smaltimento dei rifiuti.”
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La nostra voce dal territorio

Luca Foschi è nato a Cagliari nel 1981. Dopo la laurea in Lettere Moderne ha conseguito il diploma post universitario in giornalismo presso la London School of Journalism. Giornalista pubblicista, nel 2012 ha frequentato il Corso per inviati in aree di crisi Maria Grazia Cutuli. Nei successivi sei anni ha scritto dai principali fronti di guerra del Medio Oriente per pubblicazioni nazionali e internazionali. Nel 2018 ha portato a termine il dottorato di ricerca in Scienze Politiche presso l’università di Cagliari. Dal 2019 collabora con la Mediterranean Sea and Coast Foundation.
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