Photo: @Andrea Marongiu
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Riso iFerrari

La storia sostenibile dell’azienda “Riso iFerrari” comincia nel 2009, quando alla coltivazione del riso da seme l’azienda di Oristano aggiunge quella del riso da consumo.

“La nascita del marchio è stata l’occasione perfetta per allineare la produzione a un sentimento che nutrivamo da tempo, la necessità di innescare un cambiamento generazionale, che trasformasse l’agricoltura degli anni ’70 e ’80, votata allo sfruttamento indiscriminato del suolo, in un’attività che tenesse in armonia lavoro e ambiente, che creasse uno spazio sostenibile per il futuro”, racconta Carlo Ferrari, insieme al fratello Giovanni e alle sorelle Daniela e Marinella, di una tradizione inaugurata oltre cinquanta anni fa dal padre Angelo Mario.

Il primo passo è stato l’adesione al Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata, che disciplina a livello nazionale e comunitario la produzione, riducendone l’impatto verso l’uomo e l’ambiente. “Abbiamo adeguato il sistema produttivo con tecniche compatibili con la tutela dell’ambiente -continua Ferrari- ma soprattutto investito tempo e risorse nella cura della transizione ‘culturale’. È necessario formare dipendenti e collaboratori se si vuole che sposino un progetto di lungo respiro, convincere loro, e noi stessi, che l’obiettivo non è più aumentare i quintali prodotti per ettaro, ma rendere l’azienda sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale”.

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L’anno scorso anche per tutti i prodotti destinati al mercato alimentare hanno ottenuto il certificato di sostenibilità. Non solo: la cooperativa SA.PI.SE, di cui iFerrari fa parte insieme ad altre 14 aziende operanti fra Sardegna e Piemonte, è diventata la prima ditta sementiera al mondo a poter vantare il certificato Farm Sustainability Assessment (FSA) della piattaforma SAI. “Un successo molto importante. A breve potremo vantare la certificazione anche come azienda. Gli audit sostenuti per la certificazione della cooperativa sono stati valutati positivamente. Un passo ulteriore verso l’equilibrio fra coltivazione e natura, che vogliamo consolidare e migliorare”.

Grazie all’impianto fotovoltaico che ricopre i tetti dei capannoni aziendali iFerrari produce in totale autonomia l’energia necessaria a tutto il processo produttivo. Alla riduzione del consumo d’energia elettrica si è recentemente aggiunto quello delle risorse idriche, decisivo quando si parla di risicoltura. Da un anno ormai iFerrari fanno parte delle aziende oristanesi che hanno deciso di sposare l’agricoltura di precisione, esperimento altamente innovativo nato all’interno di Maristanis, il progetto di conservazione e sviluppo sostenibile che la fondazione MEDSEA porta avanti dal 2017 nelle zone umide che cingono il golfo. Nei campi che ospitano gru e aironi vola anche un drone capace di rilevare l’indice di vitalità del riso, lo stress idrico, eventuali attacchi di agenti patogeni, l’umidità e la temperatura del terreno. L’analisi chirurgica dei campi può portare fino a un risparmio idrico del 30%. In un anno l’estensione dei campi messi a disposizione da iFerrari è passata da 10 a 60 ettari.

L’acqua come bene, come futuro, come diritto universale: iFerrari partecipa all’iniziativa solidale “Con il riso doniamo il sorriso”, grazie alla quale risorse e conoscenze sostengono l’agricoltura negli aridi territori del Tumaini Children’s Home di Nanyuki, Contea di Laikipia, nella Regione della Rift Valley, Kenya. “Dobbiamo imparare a guardare oltre i limiti del tempo e dello spazio- afferma Carlo Ferrari- condividere il know-how in modo che diritti, benessere e sostenibilità siano di ogni uomo, in Sardegna come in Africa”.

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Contatti

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Riso iFerrari

La storia sostenibile dell’azienda “Riso iFerrari” comincia nel 2009, quando alla coltivazione del riso da seme l’azienda di Oristano aggiunge quella del riso da consumo.

“La nascita del marchio è stata l’occasione perfetta per allineare la produzione a un sentimento che nutrivamo da tempo, la necessità di innescare un cambiamento generazionale, che trasformasse l’agricoltura degli anni ’70 e ’80, votata allo sfruttamento indiscriminato del suolo, in un’attività che tenesse in armonia lavoro e ambiente, che creasse uno spazio sostenibile per il futuro”, racconta Carlo Ferrari, insieme al fratello Giovanni e alle sorelle Daniela e Marinella, di una tradizione inaugurata oltre cinquanta anni fa dal padre Angelo Mario.

Il primo passo è stato l’adesione al Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata, che disciplina a livello nazionale e comunitario la produzione, riducendone l’impatto verso l’uomo e l’ambiente. “Abbiamo adeguato il sistema produttivo con tecniche compatibili con la tutela dell’ambiente -continua Ferrari- ma soprattutto investito tempo e risorse nella cura della transizione ‘culturale’. È necessario formare dipendenti e collaboratori se si vuole che sposino un progetto di lungo respiro, convincere loro, e noi stessi, che l’obiettivo non è più aumentare i quintali prodotti per ettaro, ma rendere l’azienda sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale”.

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L’anno scorso anche per tutti i prodotti destinati al mercato alimentare hanno ottenuto il certificato di sostenibilità. Non solo: la cooperativa SA.PI.SE, di cui iFerrari fa parte insieme ad altre 14 aziende operanti fra Sardegna e Piemonte, è diventata la prima ditta sementiera al mondo a poter vantare il certificato Farm Sustainability Assessment (FSA) della piattaforma SAI. “Un successo molto importante. A breve potremo vantare la certificazione anche come azienda. Gli audit sostenuti per la certificazione della cooperativa sono stati valutati positivamente. Un passo ulteriore verso l’equilibrio fra coltivazione e natura, che vogliamo consolidare e migliorare”.

Grazie all’impianto fotovoltaico che ricopre i tetti dei capannoni aziendali iFerrari produce in totale autonomia l’energia necessaria a tutto il processo produttivo. Alla riduzione del consumo d’energia elettrica si è recentemente aggiunto quello delle risorse idriche, decisivo quando si parla di risicoltura. Da un anno ormai iFerrari fanno parte delle aziende oristanesi che hanno deciso di sposare l’agricoltura di precisione, esperimento altamente innovativo nato all’interno di Maristanis, il progetto di conservazione e sviluppo sostenibile che la fondazione MEDSEA porta avanti dal 2017 nelle zone umide che cingono il golfo. Nei campi che ospitano gru e aironi vola anche un drone capace di rilevare l’indice di vitalità del riso, lo stress idrico, eventuali attacchi di agenti patogeni, l’umidità e la temperatura del terreno. L’analisi chirurgica dei campi può portare fino a un risparmio idrico del 30%. In un anno l’estensione dei campi messi a disposizione da iFerrari è passata da 10 a 60 ettari.

L’acqua come bene, come futuro, come diritto universale: iFerrari partecipa all’iniziativa solidale “Con il riso doniamo il sorriso”, grazie alla quale risorse e conoscenze sostengono l’agricoltura negli aridi territori del Tumaini Children’s Home di Nanyuki, Contea di Laikipia, nella Regione della Rift Valley, Kenya. “Dobbiamo imparare a guardare oltre i limiti del tempo e dello spazio- afferma Carlo Ferrari- condividere il know-how in modo che diritti, benessere e sostenibilità siano di ogni uomo, in Sardegna come in Africa”.

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La nostra voce dal territorio

Luca Foschi è nato a Cagliari nel 1981. Dopo la laurea in Lettere Moderne ha conseguito il diploma post universitario in giornalismo presso la London School of Journalism. Giornalista pubblicista, nel 2012 ha frequentato il Corso per inviati in aree di crisi Maria Grazia Cutuli. Nei successivi sei anni ha scritto dai principali fronti di guerra del Medio Oriente per pubblicazioni nazionali e internazionali. Nel 2018 ha portato a termine il dottorato di ricerca in Scienze Politiche presso l’università di Cagliari. Dal 2019 collabora con la Mediterranean Sea and Coast Foundation.
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