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Sailover

Sailover, un modello turistico innovativo impegnato ad avvicinare il più ampio numero di persone all’esperienza della navigazione a vela. Il viaggio si trasforma in conoscenza e cura del mare, in un’esperienza di sostenibilità e bellezza.

Vogliamo restituire alle persone ciò che noi abbiamo avuto la fortuna di ricevere in abbondanza”. Riccardo Cao racconta così il sentimento che ha ispirato lui e gli altri due fondatori di Sailover, Carlo Marongiu e Stefano Malcangi. Una lunga tradizione familiare, l’agonismo, e soprattutto il desiderio di condividere la passione per il mare e la vela con tutti coloro che hanno sempre desiderato viaggiare con il vento, senza potere.

Esiste un vuoto fra il turismo di massa e il privilegio della proprietà di uno yacht. Abbiamo semplicemente deciso di riempirlo”, spiega Cao. Ricerca, tecnologia, e una logistica complessa ed efficiente: dalle prime tre basi nella costa meridionale sarda (Cagliari, Capitana e Teulada) oggi Sailover si apre a tutte le coste italiane, lanciando un franchising che ripropone il suo modello in 45 basi nautiche.

Da poche ore a più giorni lungo il miracolo ambientale delle nostre coste: i neofiti della vela incontrano lo skipper per il briefing pre-imbarco, apprendono i rudimenti della navigazione. I venti, le correnti, gli spazi e i segreti della barca. Poi si salpa, e il movimento si trasforma in occasione per trattare i temi dell’erosione costiera, l’innalzamento delle temperature, per conoscere il territorio attraverso fauna e flora, raccogliere la plastica che galleggia in superficie.

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La sostenibilità comincia con Sailover One, lo yacht progettato e messo in produzione esplicitamente per i propri servizi di noleggio, utilizzando tecnologie che riducono al minimo la produzione di materiali di scarto. La costruzione non prevede infatti l’utilizzo di stampi, fattore che permette di dislocare la produzione e abbattere il trasporto dal cantiere al luogo di messa in mare, processo estremamente inquinante. Il consumo di idrocarburi è tenuto costantemente sotto controllo: nel corso dei 120 servizi erogati nel 2020 sono stati consumati 65 litri di gasolio, appena 0,6 litri per viaggio.

“Utilizziamo il carburante solo per le manovre essenziali. Abbiamo discusso a lungo l’ipotesi di installare nelle nostre imbarcazioni un motore elettrico, ma assieme ai nostri ingegneri nautici siamo arrivati alla conclusione che la tecnologia non è ancora pronta per questo passaggio. Le batterie finirebbero per inquinare più degli ottimi motori diesel oggi disponibili. Naturalmente saremo i primi ad adottare l’elettrico quando il momento sarà propizio. Nelfrattempo ascoltiamo il vento, veleggiamo solo quando è lui a dircelo”, dice Cao.

 

In soli 5 anni Sailover ha restituito l’esperienza del mare a oltre 5000 persone. Molte le famiglie e i bambini, spesso alla loro prima esperienza con cime, alberi e virate. Le imbarcazioni sono state progettate per accogliere le persone affette da disabilità. “Ci è sembrato…come dire, naturale. Il mare è di tutti. Di tutti coloro che desiderano viverlo e proteggerlo”.

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Sailover

Sailover, un modello turistico innovativo impegnato ad avvicinare il più ampio numero di persone all’esperienza della navigazione a vela. Il viaggio si trasforma in conoscenza e cura del mare, in un’esperienza di sostenibilità e bellezza.

Lo stabilimento di Nieddittas poggia su un’esile lingua di terra, dove il profilo del golfo di Oristano si confonde con gli stagni di Corru S’Ittiri, San Giovanni e Marceddì, prima di sollevarsi e chiudersi nella sua peculiare forma di amigdala. Il cavaliere d’Italia e l’airone zampettano sulle sponde a pochi passi dalla costruzione, seguono gli zampilli che sulla superficie dell’acqua segnalano un boccone. Basta fare pochi passi per incontrare decine di fenicotteri rosa sparsi fra i riflessi del primo sole.

L’ambiente nel quale si lavora va protetto, non sfruttato. La natura risponde allo sfruttamento estinguendo i prodotti che altrimenti è capace di dare. Le nostre cozze vivono in mare, si purificano con l’acqua del compendio. Per noi è essenziale che il mare sia incontaminato”, spiega Carla Cubadda, responsabile della sicurezza alimentare.

 
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Vogliamo restituire alle persone ciò che noi abbiamo avuto la fortuna di ricevere in abbondanza”. Riccardo Cao racconta così il sentimento che ha ispirato lui e gli altri due fondatori di Sailover, Carlo Marongiu e Stefano Malcangi. Una lunga tradizione familiare, l’agonismo, e soprattutto il desiderio di condividere la passione per il mare e la vela con tutti coloro che hanno sempre desiderato viaggiare con il vento, senza potere.
Esiste un vuoto fra il turismo di massa e il privilegio della proprietà di uno yacht. Abbiamo semplicemente deciso di riempirlo”, spiega Cao. Ricerca, tecnologia, e una logistica complessa ed efficiente: dalle prime tre basi nella costa meridionale sarda (Cagliari, Capitana e Teulada) oggi Sailover si apre a tutte le coste italiane, lanciando un franchising che ripropone il suo modello in 45 basi nautiche.
Da poche ore a più giorni lungo il miracolo ambientale delle nostre coste: i neofiti della vela incontrano lo skipper per il briefing pre-imbarco, apprendono i rudimenti della navigazione. I venti, le correnti, gli spazi e i segreti della barca. Poi si salpa, e il movimento si trasforma in occasione per trattare i temi dell’erosione costiera, l’innalzamento delle temperature, per conoscere il territorio attraverso fauna e flora, raccogliere la plastica che galleggia in superficie.

In soli 5 anni Sailover ha restituito l’esperienza del mare a oltre 5000 persone. Molte le famiglie e i bambini, spesso alla loro prima esperienza con cime, alberi e virate. Le imbarcazioni sono state progettate per accogliere le persone affette da disabilità. “Ci è sembrato…come dire, naturale. Il mare è di tutti. Di tutti coloro che desiderano viverlo e proteggerlo”.

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La nostra voce dal territorio

Luca Foschi è nato a Cagliari nel 1981. Dopo la laurea in Lettere Moderne ha conseguito il diploma post universitario in giornalismo presso la London School of Journalism. Giornalista pubblicista, nel 2012 ha frequentato il Corso per inviati in aree di crisi Maria Grazia Cutuli. Nei successivi sei anni ha scritto dai principali fronti di guerra del Medio Oriente per pubblicazioni nazionali e internazionali. Nel 2018 ha portato a termine il dottorato di ricerca in Scienze Politiche presso l’università di Cagliari. Dal 2019 collabora con la Mediterranean Sea and Coast Foundation.
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