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REST COAST, all'incontro annuale di Groningen si dimostra l'efficacia del ripristino naturale dei sistemi acquatici

Lo stand by della Nature Restoration Law, la legge Europea sul ripristino della natura bloccata nella sua fase finale di approvazione in Consiglio per via dei tentennamenti di alcuni Stati Membri, non ha fermato le motivazione per i ricercatori del progetto Horizon Rest Coast, che si è svolto in questi giorni, dal 15 al 19 aprile 2024, nella cittadina di Groningen in Olanda, in concomitanza con il progetto gemello WaterLANDS. 

Il Progetto Horizon che mira al ripristino su larga scala degli ecosistemi Costieri, attraverso la connettività fiumi-mare di cui MEDSEA è partner, ha raggiunto metà del suo percorso e riflette sullo stato dei lavori: diverse le soluzioni di ripristino naturale degli ecosistemi in fase di implementazione.  Ricerche e soluzioni ampiamente supportate dal mondo scientifico e che vedono una pianificazione che va al di là delle contingenze di progetto e del quadro normativo non ancora ultimato.   

Per ogni caso studio nei nove siti pilota, REST COAST sta introducendo una serie di soluzioni sia di interventi di ripristino, idraulica che di governance dando prevalenza alle Nature based Solution. 
Bruno Boz, biologo ambientale per MEDSEA ed esperto in riabilitazione ambientale al terzo incontro annuale di REST COAST a Groningen

“Le NbS - soluzioni basate sulla natura - partono dall'idea di migliorare i sistemi acquatici esistenti rispetto allo stato attuale e rispetto agli scenari futuri del cambiamento climatico - spiega Bruno Boz, biologo ambientale per MEDSEA ed esperto di riqualificazione ambientale-. Ogni sito pilota di REST COAST mette a sistema un pacchetto di azioni ragionando sia sul presente sia su come si stanno evolvendo gli scenari, cercando di adattarsi ai cambiamenti climatici in corso”. Ciò che colpisce, in particolare, è che “dalla Costa Catalana al Mare del Nord, da est a ovest dell’Europa, i problemi sono comuni e richiedono soluzioni spesso simili, che vanno però tutte nella direzione di lavorare con la natura, quindi ricreare le dinamiche naturali: salvaguardare habitat fragili, come nel caso delle barene nella Laguna di Venezia, riequilibrare i bilanci dei sedimenti per contrastare le erosioni costiere, tutto questo abbinato ad interventi più specifici che richiedono interventi di Ingegneria idraulica come abbiamo visto in questi giorni in Olanda per il sito del Wadden Sea, passando per la governance”.  

Una fase questa, in cui il progetto ha preso forma attraverso l’implementazione di azioni concrete che verranno monitorate e che si ricollegano a percorsi precedenti e traiettorie future. Come nel caso dei “pantani” in Sicilia, complesso di zone umide dove l’Università di Catania sta lavorando per espandere la superficie delle zone umide al fine di migliorare la capacità di stoccaggio dell'acqua e supportare gli uccelli migratori, insieme ad altre soluzioni idrauliche che migliorano la connettività tra mare e lagune.  

“La ricerca si stava già muovendo secondo le disposizioni della Nature Restoration Law, per dare un quadro scientifico ancora più coerente - conclude Boz -. Con Rest Coast si continua a lavorare e a progettare su larga scala per dare evidenza dell’utilità di queste misure di adattamento e dell’urgenza del ripristino naturale degli ecosistemi costieri”. 

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