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ENSERES, dalla Tunisia al Libano, i tre progetti pilota per rafforzare la resilienza socio-ecologica delle aree costiere del Mediterraneo

Dopo un’attenta fase di studio e preparazione, il progetto ENSERES, di cui la Fondazione MEDSEA è parte, inizia ad operare concretamente nei due siti pilota di Sfax e Tyre. Grazie ai finanziamenti forniti dal progetto ENI CBC MED, sono state selezionate diverse azioni che consentiranno alle organizzazioni della società civile locale di promuovere la gestione e lo sviluppo sostenibile delle SPAMI (Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea) di queste due splendide aree naturali della Tunisia e Libano. Il complesso del comune di Sfax e la Riserva Naturale di Tiro ospitano numerose specie vegetali e animali e, nonostante il forte impatto delle attività umane, sono un'importante fonte di servizi ecosistemici. I sub-contributi rappresentano il primo passo per una gestione integrata di queste aree ambientali protette, in grado di bilanciare le esigenze dell'ambiente e dello sviluppo economico.  

In Tunisia, ad aggiudicarsi uno dei finanziamenti è stata ACG, l’Associazione per la Comunità delle Generazioni. Il progetto è stato rinominato “Kneiss Shining”, e si propone di creare un percorso sostenibile che attraverso il benessere di mente e corpo esalti la bellezza e l’economia del paradiso naturale rappresentato dalle isole Kneiss. Tutti i luoghi e le attività che già caratterizzano il territorio verranno messe a sistema: il circuito ciclistico, i sentieri dedicati alla pesca, il percorso scientifico, i campi che ospitano l’agricoltura sostenibile. I visitatori, che potranno attraversare il percorso anche in sella a nuovissime biciclette, verranno guidati da una serie di cartelli indicanti i luoghi più belli e significativi dal punto di vista ambientale. Sarà più semplice incontrare coloro che vivono quotidianamente la straordinaria natura delle isole Kneiss, percorrere lentamente i luoghi e conoscere le attività che caratterizzano il territorio, soprattutto la pesca e l’agricoltura. A supportare la novità del progetto ci saranno anche un video e un percorso parallelo di QR code insieme a una applicazione per Android svelerà agli eco-turisti i segreti e le opportunità del luogo.  

Le donne sono invece al centro del progetto “FAIKA”, sviluppato da AFDIL, l’Associazione delle Donne per lo Sviluppo delle Isole e delle Coste. FAIKA nasce per rispondere alla chiusura, da parte del governo tunisino, delle attività di pesca delle isole Kneiss. Qui, da secoli, le donne avevano grazie alla tradizionale “pesca a piedi” delle vongole un modo per contribuire al reddito familiare e ritagliarsi al contempo uno spazio di emancipazione. In risposta al blocco, le donne hanno rivolto la loro attenzione ad un'altra specie, il solen marginatus, conosciuto localmente come il "coltello". Tuttavia, l'attività di pesca non è soggetta ad alcun tipo di controllo, e la raccolta presenta gli stessi rischi di quella delle vongole. Inoltre, la scarsa conoscenza del prodotto rende le donne soggette ai commercianti intermediari che finiscono per sfruttare il loro duro lavoro. Partendo da un'analisi degli stock che ha rilevato un'importante presenza di solen marginatus nel tratto di costa di Khawela e nell'isola di Bassila, AFDIL contribuirà a costruire insieme alle pescatrici locali un modello di pesca alternativa e sostenibile. 

In Libano il progetto più interessante è quello che si propone di preservare è rilanciare a livello turistico le antiche sorgenti di Ras al-Ain. Ras al-Ain è una sorgente che da millenni fornisce acqua al centro di Tiro attraverso le sue fontane, i pozzi e oltre sei chilometri di acquedotto. Scoperta in epoca fenicia, l'acqua sorgiva fu poi incanalata e resa più fruibile dai romani. Ancora oggi è possibile apprezzare l'eccezionale robustezza e bellezza delle condotte, che per un breve tratto ancora fanno parte della rete idrica cittadina. Un'opera ingegneristica di straordinaria avanguardia, un prezioso patrimonio archeologico che il tempo e l'incuria hanno finito per logorare. La conoscenza del valore ambientale e artistico del sito è andata persa, e questo a sua volta ha consentito ad alcuni privati ​​di minacciare il sito con la possibilità di nuove costruzioni.  

Il progetto di ACE prevede la raccolta di tutto il materiale scientifico riguardante Ras al-Ain, attività che sarà accompagnata da indagini sul campo e incontri con tutti gli stakeholder locali. Uno studio geologico e idrogeologico consentirà poi una migliore conoscenza del territorio e la definizione di una chiara cartografia. L'intero studio sarà poi utilizzato per la predisposizione di materiali di comunicazione che supporteranno una campagna di sensibilizzazione rivolta alla popolazione locale, agli stakeholders e a tutti i visitatori. Verranno realizzati pannelli informativi, a contenuto scientifico e didattico, collocati in punti strategici del sito. Verrà inoltre proposta una strategia in grado di valorizzare le risorse idriche artesiane, promuovere la tutela delle acque dolci e combattere l'inquinamento e i cambiamenti climatici. 

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