Previous Next

Allo studio sistemi antistrascico realizzati dagli scarti di marmo con l'Università di Cagliari

MEDSEA sta studiando soluzioni antistrascico ricavate dagli scarti delle lavorazioni di marmo in Sardegna con l’Università degli studi di Cagliari - Dipartimento DICAAR come naturale prosieguo delle attività di "Saturn" Strutture Antistrascico per il Ripristino Naturale e la Tutela della Penisola del Sinis -  Isola di Mal Di Ventre. All’inizio dell’anno, nel progetto in collaborazione con il Flag pescando Sardegna centro Occidentale, vennero posizionati una sessantina di dissuasori in calcestruzzo al largo della Costa del Sinis per inibire la pesca a strascico illegale e l’avanzata delle reti nei fondali.  

Questa estate, grazie alla collaborazione tra la Fondazione MEDSEA e il DICAAR dell'Università di Cagliari, sono allo studio soluzioni di economia circolare dal mare, direttamente dalle cave di marmo di Orosei di Sardegna Marmi.  Il progetto si chiama “Poseidone” e ha come obiettivo la difesa del mare dalla pesca a strascico illegale nelle aree protette e sensibili, che sta causando danni alla posidonia e ai fondali marini. 

Questa millenaria attività estrattiva in Sardegna  ha prodotto una quantità considerevole di scarti, oltre 100 milioni di metri cubi di materiali da costruzione naturali di ottima qualità che rimangono inutilizzati. L'impiego di materiali provenienti dal contesto locale e non estranei offre la possibilità di utilizzarli in aree sensibili per la protezione dell'ambiente. A Orosei, ad esempio, per ogni metro cubo di marmo estratto vengono prodotti 3 metri cubi di rocce di scarto. Questi scarti sono accumulati in un cumulo di oltre 3,5 milioni di metri cubi che occupa un'area di 16 ettari e ha un'altezza che supera i 20 metri, causando un impatto paesaggistico significativo. 

Le strutture antistrascico realizzate in questo modo utilizzano i residui della coltivazione del marmo in Sardegna, proteggendo la posidonia, preservando il paesaggio subacqueo e fornendo un ottimo supporto agli organismi marini che colonizzano gli interstizi e le cavità delle rocce. Queste strutture sono un rifugio per molte specie marine. “I vantaggi sono legati anche alla litologia originaria del mare e al contesto paesaggistico del golfo di Orosei, caratterizzato da numerosi macigni e blocchi calcarei derivanti dal disfacimento delle falesie”, spiega Mauro Coni, coordinatore del progetto e referente del dipartimento Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura. 

“La pesca a strascico è una pratica altamente dannosa per gli ecosistemi marini - spiega Alessio Satta, presidente della Fondazione MEDSEA - Le reti trascinate lungo il fondale asportano e distruggono indiscriminatamente ogni forma di vita che incontrano lungo il loro percorso: pesci, invertebrati, coralli, alghe e, in particolare, la preziosa posidonia. Queste reti, come una ruspa, appiattiscono e raschiano i fondali marini, cancellando ogni rifugio per la fauna e compromettendo l'equilibrio delicato degli ecosistemi marini. Il risultato è un ambiente desolato e devastato, dove le comunità biologiche originarie faticano a ristabilirsi, richiedendo tempi lunghi e sforzi significativi per la loro rigenerazione. È fondamentale porre fine a questa pratica distruttiva al fine di preservare la biodiversità marina e garantire un futuro sostenibile per i nostri mari”. 

Da qui l’idea di progettare dei dissuasori Antistrascico Made in Sardinia per utilizzare le rocce di scarto delle cave del marmo. Queste rocce vengono dotate di snelli arpioni flessibili, appositamente progettati per bloccare le reti e rilasciare in modo controllato i cavi dei natanti. Sardegna Marmi, grazie alla sua disponibilità a sostenere la sperimentazione fornendo materiali e logistica, ha trasformato una cava in un set per le riprese per una giornata, in occasione della visita dei giornalisti del National Geographic che stanno lavorando ad uno speciale sul tema mare. 

Pics: DICAAR / Università degli studi di Cagliari

Ultime notizie