Ogni giorno è quello giusto per riproporre #PlasticFreeMed, la campagna della Fondazione MEDSEA per la pulizia dei fondali e delle spiagge dai rifiuti antropici. Le iniziative di clean up hanno l'obiettivo di sensibilizzare sempre di più l'opinione pubblica sul problema dell'inquinamento delle coste del Mediterraneo. Un impegno suggellato con la partnership tra MEDSEA e la Fondazione statunitense Parley for the Oceans in occasione di “Puliamo la Sella”, giornata di pulizia della spiaggia del Poetto e della Sella del Diavolo del 1 luglio 2018. In quell'occasione in tanti hanno aderito all'iniziativa: il Comune di Cagliari, che ha fornito i sacchi per la raccolta e il supporto logistico per il ritiro dei rifiuti; la scuola di kayak A.S.D D'Aquila di Carlo Coni, atleta sardo che in kayak ha circumnavigato la Sardegna; il Centro Velico di Samuele Nonnis (fornitura di canoe e sup); la Break Point Surf School (fornitura di SUP); la Cooperativa Golfo degli Angeli TBC (pedalò di supporto), l'Associazione Cani Salvataggio Sardegna (cani da salvataggio che hanno portato i rifiuti in spiaggia trainando il gommone di supporto); Eja Tv, media partner.
La presenza di tanti volontari e l'adesione dei partner all'evento “Puliamo la Sella” sono il segno tangibile della maggiore consapevolezza nei confronti di un problema di sempre maggiori proporzioni. Nel Mediterraneo l’accumulo di rifiuti di origine antropica come la plastica, il vetro, il legno, la gomma e residui vari è un'emergenza ambientale. Secondo l’indagine Beach Litter condotta nel 2017 da Legambiente, sono stati trovati oltre 41mila rifiuti, per una media di 670 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia. La plastica si conferma il materiale più trovato (84% degli oggetti rinvenuti), seguita da vetro/ceramica (4,4%), metallo (4%), carta e cartone (3%).
Non solo le spiagge, ma anche i fondali della Sardegna, rischiano di essere soffocati dalla plastica: secondo la ricerca del biologo marino Andrea Alvito per conto dell'Università di Cagliari, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica britannica Waste management, intorno all'isola si contano 59 rifiuti per ogni chilometro quadrato. Con riferimento ai rifiuti galleggianti invece, l’Area Marina Protetta Capo Carbonara, nell’ambito del progetto MEDSEALITTER, condotto tra il 2015 e il 2017 n collaborazione con il CNR di Oristano e l’ISPRA, ha rilevato la presenza di un abbondante quantità di rifiuti galleggianti: sono stati rinvenuti 1061 oggetti, la maggior parte dei quali di plastica (91%),
prevalentemente buste e bottiglie (è autore della ricerca anche il socio di MEDSEA, Francesca Frau, Biologa marina).
L'emergenza richiede di moltiplicare gli sforzi e le occasioni di sensibilizzazione, anche con il coinvolgimento delle scuole. In cantiere le iniziative, nell'ambito del calendario della Giornata Mondiale delle Zone Umide del 2 febbraio 2019, che si protrarranno oltre la data della ricorrenza dedicata alle wetlands.
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