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#PlasticFreeGC", una giornata per dire no alla plastica nei nostri mari

“Stiamo immaginando il futuro” spiega reggendo con un sacco pieno di rifiuti Inza Fofana, partito tre anni fa dalla Costa d’Avorio in guerra e arrivato in Italia su una barca, dopo aver attraversato l’Africa ed esser stato ospite per mesi dell’inferno libico. Inza è uno dei tanti ragazzi degli istituti Buccari e Marconi di Cagliari che sabato hanno partecipato all’iniziativa “#PlasticFreeGC”, promossa dal comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto-Guardia Costiera su mandato del ministero dell’Ambiente.
La giornata di sensibilizzazione sui temi della tutela ambientale, e in particolar modo sul pericolo rappresentato dalla dispersione delle plastiche nell’ecosistema marino e costiero, è cominciata alle 9 in piazza Deffenu con il discorso del comandante di Davide Minciullo Barbagiovanni, responsabile delle operazioni della Direzione marittima delle Capitanerie di porto. Fra i tanti enti che hanno deciso di partecipare era presente anche la fondazione MEDSEA, che nel corso della mattinata ha avuto modo di illustrare ai visitatori le varie strategie di tutela ambientale messe in atto. In particolar modo il progetto Maristanis, dedicato alla conservazione delle zone umide dell’oristanese.
Ottenuti i guanti e i sacchi per la raccolta, distribuiti da Legambiente, gli studenti hanno abbandonato gli stand allineati davanti all’edificio della capitaneria per dirigersi verso la 4^ Regia di via dei Calafati e la pineta di “Su Siccu”. “Dobbiamo abbandonare l’uso della plastica e adottare invece quello dei materiali biodegradabili” afferma senza esitazioni Matteo Pallotta, studente della 3 R del Marconi. “È importante per i docenti relazionarsi con i ragazzi con nuovi metodi, soprattutto all’inizio dell’anno” spiega subito dopo la professoressa Raffaelina Gallo. Intorno i ragazzi continuano l’operazione pulizia della pineta, si immortalano a lavoro nelle foto che subito prendono a scorrere su Instagram e Facebook.
“L’approccio didattico sta cambiando molto. In classe proponiamo lezioni interamente dedicate all’ambiente, organizziamo eventi, proiettiamo filmati. I ragazzi rispondono molto bene, sono consapevoli dell’importanza del tema e si sentono partecipi di un fenomeno globale, come la week for future di questi giorni”, dice la professoressa Sabrina Tripepi. “A scuola abbiamo sostituito la plastica con materiali biodegradabili. Le bottiglie d’acqua saranno presto eliminate, a tutti gli insegnanti e gli studenti verrà data una borraccia da riempire con nuovi erogatori”, aggiunge la collega Giusy Putzu.
Nel frattempo il IV Nucleo Sub Guardia Costiera si esibisce sulla banchina antistante la sede della Lega Navale in una dimostrazione operativa di intervento, mentre i visitatori curiosi si fermano davanti agli stand per chiedere informazioni. “Il problema della plastica in mare deriva anche dal fatto che le imbarcazioni, da considerare come piccole abitazioni galleggianti, producono una mole considerevole di rifiuti. Per questo devono avere delle strutture nel porto che siano in grado di gestirli”, spiega Giorgia De Gioannis, professoressa di ingegneria ambientale dell’Università di Cagliari e uno fra i responsabili scientifici del progetto GRRinPort. “Il progetto si occupa di promuovere piani d’azione per la gestione in porto dei rifiuti prodotti dalle imbarcazioni. Uno dei moli del porto di Cagliari verrà attrezzato con una colonnina per l’aspirazione delle acque nere e delle acque di sentina. Ai diportisti verranno distribuite delle taniche dove raccogliere gli oli vegetali accumulati in navigazione. Oli che successivamente saranno versati all’interno di apposite campane. Avremo presto delle stazioni di monitoraggio della qualità delle acque, e installeremo dei materiali naturali in lana di pecora capaci di biodegradare gli idrocarburi”.
“È incoraggiante vedere tanto entusiasmo nei ragazzi. Per questo anche noi della Guardia Costiera portiamo avanti diversi progetti legati alla tutela ambientale”, dice il comandante Minciullo Barbagiovanni. “Con l’ARPAS portiamo vanti ricerche su plastiche e microplastiche,
assicuriamo un monitoraggio continuo sulle nostre coste e in particolare sulle aree marine protette. Inoltre investighiamo le macchie che grazie ai satelliti l’EMSA (l’agenzia europea per la sicurezza marittima ndr) rilevato in superficie”.
“La fondazione MEDSEA non poteva assolutamente mancare a questo appuntamento. Il messaggio di un mondo libero dalla plastica comincia ad imporsi e noi dobbiamo supportarlo in ogni modo” spiega Francesca Frau, socio fondatore di MEDSEA, esperta in conservazione della biodiversità mediterranea e responsabile della campagna “#PlasticFreeMed”, portata avanti in collaborazione con Parley for the Oceans. La campagna, iniziata nel 2018, prevede molte iniziative, soprattutto la pulizia di spiagge e fondali in Sardegna e in altre aree marine del Mediterraneo. Lo scopo è quello di sensibilizzare la popolazione sul pericolo rappresentato dalle plastiche, che compongono circa il 90% dei rifiuti raccolti in mare. La plastica è la principale minaccia per tutti gli organismi che popolano il mare. Non sono rari gli interventi di recupero di tartarughe e cetacei che hanno ingerito frammenti di plastica o sono rimasti intrappolati nelle reti, ferendosi o trovando la morte. “È un’emergenza ambientale, far sentire le nostre voci, unirle in manifestazioni condivise come quella di oggi è un dovere”, conclude Frau.

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