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ARTEMIS in azione: valutare il valore dei servizi ecosistemici delle praterie di Posidonia in Sardegna

La scorsa settimana il team MEDSEA è tornato in mare presso l’Area Marina Protetta Capo Testa – Punta Falcone, nel nord della Sardegna, per una nuova missione di monitoraggio nell’ambito del progetto europeo ARTEMIS - “Accelerating the Restoration of Seagrass Meadows in the Mediterranean area through Innovative ecosystem-service based Solutions”, finanziato dal programma Interreg Euro-MED. 

L’obiettivo della missione è stato quello di raccogliere dati aggiornati sui servizi ecosistemici e sul loro valore, con particolare riferimento alle praterie di Posidonia oceanica, pianta endemica del Mediterraneo e risorsa fondamentale per la biodiversità, il sequestro di carbonio blu e la protezione delle coste. 
Quella appena conclusa è la seconda sessione di monitoraggio, a un anno di distanza dalla prima e a sei mesi dal trapianto delle talee. Le indagini hanno riguardato: lo stato di conservazione delle praterie in tre condizioni: degradata, ripristinata e sana; l’EBQI (indice di valutazione dello stato ecologico); l’analisi della biodiversità associata. 
 
“Questi dati forniranno una base solida per misurare nel tempo l’incremento dei servizi ecosistemici, in termini di arricchimento della biodiversità e di resilienza degli habitat. - spiega Francesca Frau, biologa marina e responsabile dei progetti a Mare per MEDSEA - Nei prossimi mesi verranno inoltre analizzati lo stato di crescita e la capacità di attecchimento delle talee già trapiantate”. 
L’intervento rientra nel più ampio impegno del progetto ARTEMIS, che si propone di ripristinare l’integrità degli ecosistemi marini mediterranei attraverso la tutela e la riforestazione delle praterie di Posidonia oceanica, ma soprattutto attraverso la valutazione economica dei benefici del ripristino. 

Le attività a Capo Testa – Punta Falcone, coordinate dal team tecnico della MEDSEA Foundation con la responsabile scientifica Francesca Frau in collaborazione con lo staff dell’AMP diretto da Yuri Donnoavevano preso avvio la scorsa primavera con la raccolta e la messa a dimora di oltre 2.000 talee di Posidonia, su una superficie complessiva di 200 metri quadrati di prateria. 

Prima della riforestazione, gli operatori scientifici subacquei hanno condotto una mappatura delle aree più compromesse dall’impatto antropico – in particolare l’attività nautica – individuando i tratti di fondale idonei al ripristino. Le talee vengono fissate con picchetti che ne consentono il radicamento, dando avvio a un processo di rigenerazione naturale che sarà seguito e valutato con cicli regolari di monitoraggio. 
La Posidonia: un ecosistema chiave 

La Posidonia oceanica rappresenta uno degli ecosistemi più preziosi del Mar Mediterraneo. È infatti un potente serbatoio naturale di carbonio blu, contribuisce alla produzione di ossigeno, ospita una ricca biodiversità e svolge un ruolo fondamentale nella protezione delle coste dall’erosione. 
Misurare e valorizzare questi servizi ecosistemici significa riconoscerne il valore economico e sociale, rafforzando la consapevolezza che la tutela delle praterie marine non è solo una necessità ambientale, ma anche un investimento per il futuro delle comunità costiere. 
 

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