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MEDSEA alla Terza Conferenza ONU sugli Oceani: dal Mediterraneo alle strategie globali per la tutela del mare

La Terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (UNOC3), svoltasi a Nizza dal 9 al 13 giugno 2025, ha riunito oltre 15.000 rappresentanti di governi, comunità scientifica, imprese e società civile, provenienti da 193 Paesi, per definire strategie comuni per la tutela degli oceani. Tra le fondazioni accreditate dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) e presenti a UNOC, anche la Fondazione MEDSEA ha preso parte ai lavori, portando con sé l’esperienza concreta maturata in oltre dieci anni di attività nel Mediterraneo.

La delegazione MEDSEA — composta da Piera Pala (presidente), Francesca Frau (biologa marina e responsabile dell’Unità Mare) e Giulia Eremita (responsabile comunicazione) — ha preso parte attiva a numerosi momenti ufficiali e informali, contribuendo con visione e competenze al confronto su temi centrali come il restauro degli habitat sommersi, l’educazione alla sostenibilità marina e il ruolo delle comunità costiere nella governance ambientale.
La conferenza si è chiusa con l’adozione del Nice Ocean Action Plan, un documento condiviso che raccoglie gli impegni volontari dei Paesi e delle organizzazioni coinvolte per accelerare la protezione del mare. Tra gli annunci principali:
  • La Commissione Europea ha destinato 1 miliardo di euro a progetti di conservazione, scienza e pesca sostenibile;
  • La Polinesia Francese ha dichiarato l’intenzione di istituire la più grande area marina protetta al mondo, pari a circa 5 milioni di km²;
  • La Germania ha lanciato un piano da 100 milioni di euro per la bonifica di ordigni bellici sommersi nel Mare del Nord e nel Baltico;
  • L’Italia ha stanziato 6,5 milioni di euro per rafforzare la sorveglianza nelle aree marine protette e contrastare gli sversamenti da piattaforme offshore, anche con sistemi satellitari in tempo reale.
Uno dei momenti più significativi della conferenza è stato l’avanzamento del Trattato BBNJ (Biodiversity Beyond National Jurisdiction), il nuovo accordo internazionale adottato nel 2023 per garantire la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità marina nelle aree al di fuori della giurisdizione nazionale, ovvero in alto mare. Un ambito da sempre poco regolamentato, in cui le risorse oceaniche sono state sfruttate senza limiti da attori economici potenti. Durante UNOC3, altri 19 Paesi hanno ratificato il trattato, portando il totale a 50 ratifiche, cui si aggiunge l’Unione Europea. Ne servono 60 per l’entrata in vigore.

Altro tassello cruciale è stato l’Appello di Nizza, sottoscritto da 95 Paesi, che chiede un trattato globale giuridicamente vincolante contro l’inquinamento da plastica. Tra le misure proposte: la riduzione della plastica vergine alla fonte, l’eliminazione di prodotti e sostanze particolarmente dannose (come PFAS e microplastiche), e la creazione di un fondo per supportare i Paesi più vulnerabili nell’adozione delle nuove regole.

In questo quadro multilaterale, le priorità emerse da UNOC3 si allineano fortemente con l’approccio e le attività portate avanti da MEDSEA nel Mediterraneo. Le campagne sul restauro delle praterie di Posidonia oceanica, i progetti di citizen science (vedi l’ultima, Impelaghiamoci), così come le strategie per una gestione integrata e sostenibile delle coste (come in Blue4All), rispecchiano molte delle azioni ritenute oggi fondamentali a livello internazionale. Esperienze che dimostrano come la tutela del mare richieda visione sistemica, coinvolgimento delle comunità e interventi scientificamente fondati, già in atto su scala locale ma potenzialmente replicabili altrove.

UNOC3 ha rappresentato non solo un momento di confronto internazionale, ma anche una piattaforma per rafforzare alleanze e accelerare l’azione, dal Mediterraneo agli oceani del mondo. E la Fondazione MEDSEA c’era, pronta a fare la sua parte.

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