“Difficile dire quando sia diventato ambientalista”, dice Roberto Cavallo all’uditorio raccoltosi nella sala consiliare del comune di Assemini. Nipote di un contadino, figlio di un eminente studioso naturalista, è cresciuto in un via vai di scienziati europei, giocando con la terra e arrampicandosi sugli alberi, come un novello barone rampante. All’università poi le accuse dei compagni di studio e i primi dubbi: “È colpa dei cristiani se l’ambiente viene continuamente devastato.